miércoles, 29 de junio de 2016

Il Fiume della Vita- Italia




Il glorioso splendore della tua maestà e le tue meraviglie voglio meditare. Sal. 145,5


Da Venerdi 24 a domenica 26 giugno la parrocchia dei SS. Pietro e Paolo di Trieste ha ospitato il corso “Il Fiume della Vita”, proposto dal parroco don Fabio Gollinucci realizzato dalla Scuola di Evangelizzazione S. Andrea Italia con la preziosa collaborazione di alcuni infaticabili parrocchiani. Al corso, tenuto da padre Roberto Scali, parroco a Buenos Aires, e direttore nazionale della SESA Argentina, era presente anche Fra Fabrizio di Fazio, cappuccino della Basilica della Madonna dei Sette Dolori di Pescara, e membro dell’equipe nazionale della Scuola di S. Andrea Italia.






Testimonianza di Roberto

In questi giorni si è concluso il corso " IL FIUME DELLA VITA " che è stato organizzato dall'equipe di Trieste. Personalmente, pur conoscendo la scuola, non avevo mai partecipato a nessun loro corso e devo dire che ne sono uscito veramente arricchito e motivato. L'entusiasmo con cui Don Roberto enunciava i vari insegnamenti, i supporti audiovisivi, i materiali usati e i cartelloni scelti con cura sono riusciti a coinvolgere e a esaltare tutti i partecipanti. L'utilizzo di scene recitate mi ha consentito di vivere alcune emozioni nella loro pienezza rendendole vive ed attuali. Il pregare assieme cantando e lodando il Signore guidati dalle parole di Don Roberto e di Fra Fabrizio Di Fazio ci ha aiutato a capire che la liturgia non è qualcosa di rigido, statico infarcito di obblighi proclamati quasi fossero punizioni ma, al contrario, è qualcosa di fluido dinamico dove la gestualità, i ritmi e il piacere di seguire con amore le regole che Gesù stesso, ci ha insegnato, esaltano e moltiplicano i sentimenti.
Gioia questa che auguro a tutti di provare perché è gioia viva che sgorga dal nostro cuore tanto che risulta difficile, anche per un osservatore disattento, non rimanere coinvolto.

Testimonianza di Genziana

Voglio lasciare da parte ciò che un corso di questo tipo ti lascia dentro; voglio lasciare da parte anche il carisma di Padre Roberto che innumerevoli volte mi ha risvegliato il cuore, ha parlato proprio ad esso facendolo vibrare con un'intensità che arrivava alla commozione; cerco anche di non pensare ai suoi occhi intensi che ogni tanto si fermavano sui miei dandomi l'impressione che mi stessero leggendo l'anima; e se pur sento ancora quel brivido che è arrivato giù lungo la schiena quando impersonificavo la Samaritana e mi chiedevo se questo era stato ciò che provava lei, voglio mettere da parte anche questa emozione. Perché il mio sguardo interno continua a fissarsi su quell'abbraccio dato al Crocifisso, sul momento in cui Gli ho baciato i piedi ed ho avuto la netta sensazione che non stavo baciando una scultura perché non sentivo il freddo né la durezza del legno sulla mia bocca ma avevo l'impressione di qualcosa di caldo e vivo, sentivo un corpo umano sotto le mie mani. AverGli consegnato tutto il mio dolore e la mia croce quotidiana ed aver sentito proprio che Lui la stava accogliendo e la stava trasformando...ne sono rimasta profondamente turbata. Quante volte Gli ho offerto la mia croce e la fatica nel portarla...e mi sembrava già tanto questo, era una cosa che andava al di sopra delle mie forze...ma mai ho sentito la gioia nel portarla, non avrei mai creduto che la croce potesse essere portata con gioia; la offrivo ma non la vivevo nel modo giusto perché rappresentava solamente dolore. Aver compreso è stato il mio Dono più grande.

E vorrei soffermarmi anche all'Adorazione Eucaristica vissuta l'ultima sera. Ho sempre creduto che quella particola fosse veramente il corpo del Signore, nella Messa quello è il momento in cui non riesco a toglierle gli occhi di dosso talmente è forte l'intensità che provo. Ma quando il nostro parroco ha iniziato a portarla in mezzo a noi, in quel crescendo di emozioni che le persone provavano e che si riuscivano quasi a toccare talmente erano intense, quando quel Corpo di Cristo è stato toccato singolarmente da ognuno ed ho percepito l'ansia e l'impazienza quasi di averlo davanti a me, quando me lo sono trovata davanti mi ha toccato davvero il cuore. Ho scoperto che prima credevo per tradizione a quel Pane trasformato, anche se non lo sapevo. Per la prima volta ho sentito, ho capito davvero che là c'è Gesù vivo, Gesù vero. Ed il dono più grande, il dono più forte che continua a scombussolarmi dentro ed a darmi forza è che "io" l'ho toccato davvero Gesù e Lui si è fatto toccare davvero da me.